31 maggio 2006

Della morte e di altre globalizzazioni

Chi non ha mai detto, o pensato: "Ad avere un negozio di pompe funebri non si resterà mai senza lavoro: l'unica certezza nella vita è la morte".
Ecco, forse non va proprio così, perchè oggigiorno c'è globalizzazione pure sulla morte...(brutto pensare che finchè eri in vita trovavi in giro gente vestita come te, perchè andavate a fare shopping nello stesso megastore, e che pure il giorno del funerale avevi una bara come tutti gli altri, perchè le famiglie si sono rivolte alla stessa agenzia mortuaria. Ci vuole un po' di varietà!)
Il negozio con l'insegna verde e le scritte gialle, in p.zza Giacomini, proprio dietro la chiesa, quello che non aveva mai le serrande abbassate, nè di giorno, nè di notte; quello che forse è stato il primo negozio di pompe funebri che io abbia visto...ecco, proprio quel negozio ora ha le insegne coperte con un lenzuolo bianco.

"Ci ha serenamente lasciati il negozio di pompe funebri all'angolo. I parenti ringraziano per la partecipazione al loro dolore."

Penso che sia triste davvero dover essere sempre di più inglobati nei grandi centri commerciali, nelle catene di negozi in franchising, in questi luoghi che spersonalizzano anche la personalità più eccentrica ed orgogliosa. Pure per morire ora devo andare in un ufficio al terzo piano di un edificio super lusso tutto dedito alle pompe funebri, andare da chi ha i soldi (i miei) per fare le pubblicità, pubblicità che mi sogguardano ai lati delle strade, che recitano frasi di falso cordoglio...che quelli sono solo contenti quando qualcuno schiatta, ovvio!

Così ho deciso che il negozietto sotto casa sarà più caro, ma mi sta più simpatico! La libreria sarà scomoda da raggiungere e non mi darà la carta di fidelizzazione, ma almeno sarò certa che il commesso-proprietario (che forse guadagna appena il necessario per sopravvivere) sa che cos'è un libro (non come le commesse sempre incazzuse dei centri commerciali). Se compro le fragole dal fruttivendolo e fanno schifo glielo posso dire e magari la volta dopo mi farà uno sconto, ma se faccio le mie rimostranze al supermercato di turno o mando una lettera alla sede, che sta a Roma, oppure fatti miei che non ho scelto bene il prodotto! E comprare il giornale dal giornalaio è molto più naif che prenderlo tra gli scaffali del GS.
Potrei continuare, ma insomma, ci siamo capiti!

29 maggio 2006

Abbasso il linguaggio troppo specifico dei chimici! ;op

25 maggio 2006

De Sl@w B@@k conferentia

Qualcuno ha mai informato i francesi del fatto che sono visceralmente comunisti?

24 maggio 2006

Bibita al gusto di...

C'è da chiedersi che problema abbiano i medici a relazionarsi con le pastiglie effervescenti, siano esse integratori alimentari o vitaminici, o con le schifosissime bustine di Biochetasi, che sicuramente ogni bambino nella propria infanzia ha dovuto subire: oltre che malato, anche oltraggiato!
Come possono sostenere che abbiano anche solo il lontano gusto di una bibita all'arancia?
Spero non mi invitino mai a prendere un aperitivo a casa loro...

23 maggio 2006

Tra ignoranza e potere

L'ignoranza e il potere, assieme, producono la miscela mortale per eccellenza.
Metti qualcosa, qualsiasi cosa, nelle mani di un ignorante e stai sicuro che, se non si tratta di una persona umile, distruggerà tutto in men che non si dica.
I re di un tempo avevano i consiglieri, i ciambellani, i datori di lavoro di oggi hanno soltanto i soldi e la loro presunta posizione sul podio, e credono che bastino a renderli saggi.

C'è bisogno di pazienza, ma come può il mio animo di fuoco fare silenzio, chiamare in soccorso la diplomazia e spegnersi da sè, se gli occhi devono leggere, le orecchie sentire, le mani toccare che essere l'ultima ruota del carro è la condizione umana più indegna?

Non sarò mai un "capo", nonostante la mia maestra dicesse che sono un leader e la mia amica d'infanzia sostenga che ho un carattere forte. Non lo sarò perchè non ho i soldi, nè smanie di potere, nè abilità nell'inganno o nell'impormi sulla strada della scalata sociale. Ma se lo dovessi diventare cercherò di tenere le orecchie aperte ai consigli, anche di chi sta "sotto" di me.

Perchè un'ora di lavoro del grande capo vale esattamente come un'ora di lavoro del più giovane degli operai. (O forse più)

22 maggio 2006

Accordi

Chiudo gli occhi sul giorno trascorso:
sottili i capelli,
forte l'impegno di chi ha un cuore leggero,
nonstante tutto.

Riempie il vento le mie orecchie stanche
che il treno culla con baci sommessi e ricordi
di baci.
Dolce il pensiero, dolce lo sguardo.

La notte corre, ieri segue le rotaie
come un cane la sera fa ritorno a casa.
La notte.

Ed ancora le note accompagnano
il sonno, l'attesa
domani che già freme
ed irrompe, un'altra volta.

19 maggio 2006

Fidelizzami, ti prego!!

Il mondo delle fidelity card è qualcosa di spassoso e allo stesso tempo agghiacciante.

Se apro il portafoglio ne ho tantissime: una per la libreria, una per il supermercato, una per il megastore, una per il benzinaio (ma su quella si attaccano i bollini, sono rimasti un po' indietro), una per il parrucchiere, una per la creperia, una per la bancarella che vende collanine, una per il solarium, una per il kebabbaro.
Ogni volta che acquisto qualcosa accumilo punti; e dopo aver accumulato un sacco di punti ho diritto ad uno sconto o ad un regalo, o ad un regalo a cui devo aggiungere dei soldi per averlo davvero, o ad un panino omaggio.
Oltre a queste più semplici ci sono tutte le altre carte che mi danno diritto ad uno sconto: c'è la tessera per alcuni locali che mi da anche lo sconto a teatro, quella dell'università che mi da lo sconto al cinema, quella del centro culturale che mi sconta l'abbonamento al quotidiano, quella della videoteca dove tra i film a pagamento trovo anche dei film che posso affittare gratis.
Il tutto con tanto di modulo da compilare con i miei dati, così possono mandarmi pubblicità in vari formati: elettronico, cartaceo, telefonico: tutta roba che butto via senza nemmeno consultare.
Però alla fine come mi sentirei senza la fidelity card? Se vado al supermercato e non ce l'ho mi mangio le mani per aver perso dei punti, se vado al cinema e non posso avere lo sconto mi sento frustrata (ecco, sono l'unica che deve pagare il biglietto intero!). Ormai sono nel giro.
E si tratta di un brutto giro, di quelli dai quali è davvero difficile uscire: perchè il giorno che decidi che ti vuoi disintossicare, arriva sicuramente una ragazzina dagli occhi dolci a dirti che è assolutamente gratuito fare la carta e che ti conviene, perchè, senza fare nulla di più di ciò che fai normalmente (quindi la spesa, o un pranzo, o chissàche) puoi accumulare punti e vincere cose fantastiche (come al bar, dove puoi vincere una vacanza bevendo caffè! Così poi vai a rilassarti e ad espellere la caffeina che nei mesi precedenti ti ha reso insopportabile a tutti i colleghi)!!
Posso richiedere anche una carta fedeltà al prete, così, giusto per essere sicura di avere un posto in paradiso, quando sarà il momento? ...eventualmente posso poi aggiungere anche 27.50 euro per una posizione più carina!

17 maggio 2006

Do you sushi?

Ogni volta che vado a mangiare in un ristorante giapponese o cinese, ovvero in uno di quei posti in cui si mangia con le bacchette, mi vedo quale sono: difettosa, perchè io quelle bacchette sono bravissima a mettermele nei capelli, ma non ad usarle come posate (in fondo anche la Sirenetta usava la forchetta per pettinarsi).
Però mi chiedo come sia possibile che invece tutte le altre persone presenti nel ristorante siano bravissime a mangiare, forse a casa si esercitano? Già, perchè sicuramente c'è stato un momento della loro vita in cui non sapevano usarle, in cui, come me, si sono fatte figure barbine di cibo che cade proprio quando la bocca è aperta per inghiottirlo.
Ed invece li vedi tutti disinvolti, con le loro bacchettine, come se fossero nati per quello!
Qualcuno mi sveli l'arcano!!

12 maggio 2006

Intro

La stanza rosso fragola aspettava di essere dipinta. Aspettava ormai da parecchi anni, ma se ne stava buona buona al suo posto, senza disturbare. Tutt’al più ogni tanto, diciamo una volta all’anno, tornava in mente e pronunciava piano il proprio nome. Poi tornava giù, insieme agli altri pensieri, nella scatola di latta smaltata.

A chi poteva importare di ricordarsi spesso di una stanza rosso fragola con una finestra da cui si vedeva il cielo blu, e da cui, la sera, filtrava il garrire stridulo delle rondini. A nessuno, o di sicuro non più di una volta all’anno, appunto.

Certo, perché prima c’era da ricordarsi di fare la spesa, che il latte stava per finire e che domenica doveva venire la nonna a pranzo e bisognava prepararle qualcosa di leggero. Oppure che c’era il compleanno di Tizio o di Caio e bisognava affrettarsi a cercare un regalo carino; e c’era anche da ricordarsi di andare a dormire, altrimenti che tragedia dopo qualche giorno sempre in piedi!

Oltretutto era pericoloso pensare troppo spesso alla stanza rosso fragola, ma non perché la cosa fosse un problema in sé, quanto perché più di una volta era successo, rimanendo immersi in quel pensiero, di scordarsi di spegnere il gas, o di guardare il semaforo prima di attraversare la strada, o ancora di ritirare i soldi appena prelevati al bancomat. E capirete come tutte queste cose possano portare dei problemi non sempre trascurabili!

Per questo e per altri motivi la stanza rosso fragola era spesso relegata sul fondo della scatola.

(to be continued)

11 maggio 2006

Oggi al poli c'era l'Heineken party... ... ... ... ... se riesco pedalo fino a casa.

Quando tramonta il sooool!!

Ieri sera locale trendy. Paolinka suona al Noise: festa universitaria, chupitos a 1 euro, sconto con l'invito della dj. Inizio previsto per le ore 23.
La Cla, un'amica, un'amica dell'amica e il fidanzato dell'amica dell'amica, sotto la pioggia scrosciante alle 23 meno qualche minuto sono davanti al locale.
C'è un po' di gente, ma non li fanno entrare: ancora chiuso.
Qualche anno fa non le sarebbe mai successo di dover aspettare davanti ad un locale, e non perchè non fosse "di moda", ma perchè non arrivava a quegli orari!
Verso le 23.30 entrano, bagnati e freddi, senza nemmeno scomodarsi a lasciare la giacca nel guardaroba: tanto si va via presto, 'chè domani suona la sveglia.
Paolinka scratcha, il cocktail è bombatissimo, il Noise ha mantenuto il layout del vecchio Barrumba di loro conoscenza. La clientela all'interno non raggiunge le 100 unità (nè di persone, nè come somma di anni delle stesse).
Si fanno chiacchiere, si parla dell'erasmus, si commenta che nel bicchiere c'è un sacco di alcool, che "quando eravamo come loro" nei locali si fumava.
Non è ancora l'1 che ce se ne vanno, talmente poco sono stati dentro che La Cla non è nemmeno andata a visitare il bagno...
Quando escono, La Cla col borsone del lavoro (perchè non era nemmeno passata da casa, per fare la serata mondana), gli ombrellini (da sfigati, diciamocelo, 'chè i giovani, quelli veri, sono naturalmente idrorepellenti, pare), l'occhio spento, una folla sta iniziando ad entrare.
Capisce.
Tra qualche giorno è il suo compleanno.

10 maggio 2006

Curiosità

L'altro giorno La Cla si è trovata a vivere una situazione "curiosa".
Come spesso accade, il luogo in cui si è svolta l'azione è il bagno.
La Cla entra e la scena che le si presenta davanti agli occhi è quanto meno particolare: un uomo con un saccone nero dell'immondizia accanto (stracolmo) ed in mano un sacchetto bianco, ovvero quelli dei contenitori per assorbenti.
Sa bene, La Cla, che quest'uomo non fa parte dello staff delle pulizie del piano terra, perchè conosce il personale da più di un anno.
Pertanto si chiede: se c'è una persona APPOSTA assunta per svuotare i contenitori degli assorbenti, perchè hanno scelto proprio UN UOMO? Il mistero è fitto.

Ma soprattutto (agghiacciante dubbio), non è che esiste la RACCOLTA DIFFERENZIATA per gli assorbenti?

(E chi si schifa - uomini e donne- è un ipocrita!)

04 maggio 2006

The Royal Family

Se mio papà è il Re della Retromarcia
e mia mamma è la Regina del Parcheggio

chi altri sarei potuta essere io se non

la Principessa del Contromano?

03 maggio 2006

E corre, corre, corre sembra quasi cosa viva...

Il tema treni e pulizia è già stato toccato svariate volte e da voci sicuramente più illustri della mia.
Io non ho mai viaggiato accanto ad una piattola, al massimo mi sono seduta davanti alla porta del cesso perchè non c'erano altri posti dove passare la notte.
Ho viaggiato al freddo e al caldo eccessivi, ho provato schifo nel dovermi accostare ad un vetro che sembrava unto dai famosi untori del Manzoni, mi sono lavata le mani "a secco", perchè c'era il sapone liquido, ma non l'acqua.
La cosa che però mi ha sempre incuriosito maggiormente riguarda l'odore tipico dei treni. Non so descriverlo, c'è chi dice che sia il disinfettante che usano...ma allora li puliscono (cioè, non si innesca un processo di autopulitura per disperazione)?
Fatto sta che quest'odore è disgustoso e se capita di viaggiare per più di due ore pervade le narici come qualsiasi altra nefasta puzza, che poi te la senti addosso e ti convinci di essere tu ad emanarla.
Quest'odore si trasforma prontamente anche in gusto se ti appisoli: è strano! Se stai sveglio senti l'odore, nei lunghi viaggi, ma se dormi lo gusti anche, ti prende alla gola, te la secca e ti sembra di aver mangiato immindizia.
E adesso hanno anche messo l'aria condizionata obbligatoria: finestrino bloccato, vietato arieggiare il locale.

E' vigliacco l'odore dei treni:
ti assale mentre dormi
peggio di qualsiasi nemico,
peggio di un vile assassino.

Per combatterlo efficacemente consiglio:
  • organizzare una grigliata di maiale (o di pollo se ci sono partecipanti musulmani) e verdure in ogni vagone
  • rubare la borsetta alla vecchia e spruzzare abbondantemente il suo profumo borotalcato in giro
  • togliersi in massa le scarpe (mi pare che l'odore di piedi sia migliore)
Ed ora buon viaggio!

02 maggio 2006

Crossing a book

Ovvero: com'è difficile convincere qualcuno a prendere qualcosa se la sua azione risulta legale (quindi se si tratta di un regalo, e non di un furto)

La Cla aveva deciso di abbandonare un libro sul treno, ieri.
Così era andata sul sito del Bookcrossing, l'aveva registrato, aveva diligentemente segnato il codice BCID sulla prima pagina, aveva specificato su che treno l'avrebbe abbandonato.
Poi sale sul treno, col suo bel libro sotto braccio.
La carrozza è ancora vuota, con non scialas La Cla abbandona il volume su un sedile davanti al suo, in modo da poterlo osservare, ma non essere troppo vicina da scoraggiare un eventuale fruitore.
Subito dopo di lei sale un truzzo da competizione, apre la copertina del libro, legge velocemente, poi, CON SOMMO DISPREZZO, lo lancia malamente sui sedili alla sua sinistra. Il libro cade capovolto.
"Oh no!", pensa La Cla tutta dispiaciuta, "adesso non si legge più l'etichetta che invita ad aprirlo, quindi resterà abbandonato lì...".
Detto fatto, alla stazione di Asti salgono due signore sulla quarantina, stracolme di bagagli e sacchetti. Si siedono, putacaso, proprio nei sedili dove riposa il libro. Lo guradano, si chiedono se per caso quel posto sia occupato, confabulano, poi una delle due lo gira e vede l'etichetta che dice di aprirlo. Ridono.
Dopo aver riso per un po' iniziano però ad essere intimorite: e se fosse una bomba? E se lo apro e scoppia? No no, io ho paura...
Così, presi armi e bagagli, si spostano nella carrozza successiva lasciando il libro a riposare lì dov'è.
Qualche minuto dopo è la volta del capotreno, che passa a controllare i biglietti: probabilmente era stato informato dalle due signore dell'attentato che si stava per attuare nel vagone contenente il libro-bomba, perchè appena entra nella carrozza, la prima cosa che fa è rivolgersi verso il volume e aprirlo. Per poi richiuderlo subito, lasciandolo esattamente così com'è.
La Cla è triste. Chissà che sorte gli toccherà?
Ad Alessandria salgono ancora parecchie persone, probabilmente molti studenti diretti a Bologna. Forse qualche speranza c'è ancora!
Peccato che a sedersi accando al libro vada un altro truzzo: capello ingellato, occhiale da sole nonostante sia nuvolo, giacca di pelle nera. Guarda il libro, forse è leggermente incuriosito, ma non lo apre. Anzi, ogni tanto ci appoggia sopra il suo portatile super tecnologico col quale telefona agli amici tramite skype.
Quando La Cla scende alla stazione di Tortona è un po' impensierita. Chissà che fine farà?

Con sua somma sorpresa, però, questa mattina La Cla trova nella casella di posta un messaggio del Bookcrossing che la informa che il libro è stato trovato!
Evviva!

Un'altra missione è andata a buon fine, La Cla soffia sulla sua pistola fumante e le luci progressivamente si oscurano...