31 ottobre 2006

De libro Pulsatilla

Ho letto qualche volta il blog di Pulsatila: carino, brillante, simpatico. La ragazza scrive bene!
Su una bancarella trovo il suo libro: lo compro.
Carino, brillante, simpatico. La ragazza scrive bene!

Dopo un po' mi rendo conto che questo libro è esattamente come le cosce delle veline: BUSINESS!
Ci si lamenta ogni giorno (ma forse Pulsatilla che non ha la TV non lo sa) che le donne sono mercificate, che devono stare semi-nude davanti all'Italia intera per avere un po' di successo nella vita. Se ne lamentano donne e uomini, non è solo una questione femminista.
E la Pulsatilla che fa?
Lei richiama il maschio curioso e la femmina acida (come la sottoscritta) enumerando senza vergogna, anzi, con orgoglio, le sue scopate, non dico come tema centrale del romanzo-diario, ma nemmeno relegandole in posizione del tutto secondaria.
Soprattutto quelle con gli sconosciuti sconosciuti in chat.
Dico: bello, lo so che è quello che si fa, che più o meno tutti sono finiti a chiacchierare con sconosciuti, che alcuni li hanno pure incontrati, ma poi?
Lo so che il gossip è lo sport nazionale che va per la maggiore, accanto al calcio, e quindi farsi un'infornata di fatti privati di Pulsatilla attira, ma almeno fossero stati racconti erotici mi sarei toccata un po'!

Il mercato dei libri è saturo e gli italiani, pare, non leggono.
Dunque in fin dei conti devo fare i miei complimenti a Pulsatilla, che ha saputo centrare i temi che ancora spingono un giovane medio ad acquistare un libro: semplicità di contenuti e qualche particolare "suggestivo".

Nel mio caso sono felice che una parte del ricavato sia andato (spero!) all'ASM (Associazione Italiana Studio Malformazioni), dai quali ho acquistato.

24 ottobre 2006

Storie di vita quotidiana

All'università
La Cla aspetta l'ascensore. Arriva un ragazzo, le si posiziona davanti; arriva una professoressa, le si posiziona davanti; arriva l'ascensore: contiene tre persone, il ragazzo sale, la professoressa sale, La*Cla fa per salire. La professoressa le sbarra la strada col braccio: "Non può! E' per cinque!"

Sul tram
Una ragazza con la giacca di Prada, la borsa di Gucci (La*Cla non riesce a vedere la firma degli occhiali, orizzontali e squadrati come la sua mascella), leggeva un quotidiano gratuito.

Sul treno
Una ragazza anoressica rigorosamente vestita di nero fa un maxi cruciverba senza schema e va a guardare le soluzioni per completarlo.

22 ottobre 2006

Addio

Prendi la tua traccia; fa' la tua tana in mezzo a quelli del tuo sangue, del tuo branco, del tuo popolo; ma quando ci sarà bisogno di una zampa, di una zanna, di un occhio, o di passare rapidamente un ordine di notte, ricordati, signore della giungla, che la giungla è tua quando vuoi.

19 ottobre 2006

Incapace di non pensare

Vago in un mare senza fine, e vedo solo l'orizzonte.
Orizzonte frastagliato, o teso come una corda, orizzonte sereno o grigio e minaccioso.
Vago e non so se ho una nave, se c'è un'ancora da sollevare, un porto da cui salpare, o se sempre resterò a vagare, senza una meta, in attesa che la follia mi rapisca, o che si smuova tutto da sè.
Questo è il problema di troppo riflettere, di troppo ragionare: che è più difficile arrivare ad una conclusione, cercando di capire cosa è bene e cosa è male, cosa è volere e cosa capriccio.
Questo è il problema di aver paura del vuoto,
voler mettere radici, ma sentire una spinta alla fuga quasi costante.
Sentire il richiamo dell'avventura e aver paura di aver sentito male.
Avere un cuore e non volerlo azzittire.

Assurdo, se penso alla mia indole impulsiva.
Comprensibile, pensando a quanto sia attratta e repulsa dagli opposti, sempre.

16 ottobre 2006

Si dice che...

Si dice che chiusa una porta se ne apra un'altra.
Ma cosa succede quando ci sono più porte aperte, tutte socchiuse, in procinto di chiudersi, o di aprirsi, ma nessuna si muove?
E tutte potrebbero chiudersi o aprirsi simultaneamente, ed invece tergiversano?

12 ottobre 2006

Apoteosi

Sospesa sul filo, sul baratro di un vortice senza fine:
aspetto.
Di cadere a mani legate, occhi bendati, per continuare ad aspettare.
Invano.
Di trovare un appiglio
più in alto di me
e guardare il vortice infinito roteare attorno alla vita.

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Ieri sera, poi, lo spettacolo di Paolini, denuncia al lavoro precario e alla miserabilità dell'uomo che deve accettare di vivere a questo modo, è stata la degna conclusione di una giornata storta!

06 ottobre 2006

Sconsigli per gli acquisti, ovvero dove non fare l'aperitivo a Torino

Un altro week end è arrivato, abbiamo voglia di rilassarci, di uscire a fare quattro chiacchiere con gli amici. L'apericena è la soluzione più economica, trendy e soddifacente dal punto di vista quantità-prezzo.
Se siete di Torino, o se ci sarete una sera, vi sconsiglio caldamente un locale: ristorante-vineria al Quadrilatero, proprio di fronte alla vineria I Tre Galli. Tanto è il disprezzo che non mi ricordo nemmeno il nome del locale.
Arrivando, nel dehor si vede un fantastico tavolo imbandito di piattini sfiziosi, su tovaglie si stoffa rossa. Il clima ancora mite permette di sedersi fuori, tavoli liberi ce ne sono.
La Cla si siede ad un tavolo che tracima degli avanzi degli avventori precedenti: bicchieri vuoti, piattini sporchi. Sposta la merce di lato ed attende che un cameriere venga a ripulire e a prendere le ordinazioni.
Passa il tempo. Dieci minuti, probabilmente anche quindici. I camerieri passano molto vicini alla Cla, ma non si fermano mai, mai incrociano il suo sguardo. La bacheca posta nel dehor è oltretutto completamente intonsa, non reca prezzi. Iniziando La Cla ad essere spazientita, vorrebbe almeno sapere quanto le costerà questa attesa, ma è inutile.
Finalmente, dopo essersi sbracciata a lungo, un cameriere giunge. La Cla ordina una bottiglia, prezzo onesto, ma continua a non sapere quanto costi un calice: probabilmente molto di più, in proporzione.
Pagamento all'arrivo della bottiglia: 16 euro. La Cla ne ha 50. Zero moneta. La cameriera chiede un euro. "Non ce l'abbiamo!"
La cameriera scompare con i 50 euro.
Ed ora il bello: finalmente si mangia. Già La Cla pregusta olive ascolane e chele di granchio, che pare la chiamino a ripetizione dai piatti di portata. La Cla ha già quasi il filetto di saliva a contatto con il cibo, quando, all'improvviso, con una rapidità che non ci si sarebbe mai aspettati da quel luogo, una cameriera si materializza presso il tentato delitto, dicendo che sarà lei in persona a portarci i viveri.
Altra attesa di dieci minuti. Il resto non arriva
Arriva un piatto, uno (per due persone), delle dimensioni di un piattino da frutta, senza chele di granchio e senza olive ascolane.
Fine primo piatto. Il resto non arriva
Ricerca disperata dell'attenzione della cameriera per avere un secondo piatto (tutti avevano minimo tre piatti vuoti sul tavolo, n.d.r.).
Passano altri dieci minuti. Il resto non arriva
Scazzata la cameriera ci porta un secondo piatto, senza chele di granchio e senza olive ascolane: non era possibile sceglierne il contenuto! Chiediamo notizie sul resto e lei, sempre più ostile, dice (quasi fosse colpa nostra!) che se non le diamo 1 euro lei non può darci il resto.
Notare che nel frattempo erano avvenuti molti ingressi e molte uscite di clienti, che avevano portato soldi alla cassa.
Fine secondo piatto. Il resto non arriva.
Richiesta di un terzo piatto.
La cameriera più scortese del mondo (sempre la stessa), sostiene di non poterci dare più nulla, che non c'è più nulla...
Da notarsi il back-ground: tutta la gente presente nel locale sta ormai facendo cena, più nessuno aperitivizza, e noi dal nostro tavolo possiamo chiaramente vedere che c'è ancora cibo, in particolare una chela di granchio! (Che a fine serata verrà buttato)
Oltretutto la megera ha ancora il nostro resto!
Niente cibo, niente soldi, tanta attesa. Almeno il vino è buono.
Conclusione: arriva il resto, dopo tempo indefinibile, composto da 4 euro in monete da 10 centesimi.
La Cla le ha seminate, sperando che crescano rigogliose!

05 ottobre 2006

Spot

Distinto signore in giacca e cravatta: "Fa male alla figa il sellino."

La Cla: "No, fa male ai coglioni: per questo lei va a piedi!"