23 giugno 2006

La casa comune

C.so Vittorio angolo v. Madama, pieno centro, sopra il Lucky Nugget Saloon.
Già salire è stata un'impresa, perchè il citofono del portoncino interno era scassato.
Mi accoglie un ragazzo di circa 20 anni: "Scusa il casino, ma c'è gente che sta andando via e poi ieri abbiamo fatto una festa". Ieri era giovedì.
La stanza ha il vetro della porta rotto a metà, odore di chiuso. Lì dentro si sarà dormito fino alle 11 qesta mattina. Certo la cosa più meravigliosa è che la suddetta stanza è separata da un'altra stanza, doppia, non da un muro, bensì da una tenda rossa.
Inno alla privacy elevati imperioso!
Le pareti della casa sono disegnate, probabilmente ogni inquilino ed amico ha lasciato un segno del proprio passaggio.
La casa è sporca, sì, ma pure spoglia: non solo mobili essenziali, ma quasi inesistenti. E quelli esistenti sono inutili.
Salotto senza poltrone, divani o sedie. A ben pensarci in tutta la casa non ho visto sedie. Solo tavoli enormi: uno nella stanza, uno in cucina, uno in salotto.
Amico, fratello, non credo che ti farò sapere...