10 dicembre 2005

Due sogni e una realtà

Volevo scrivere del sogno della notte scorsa, di un'inquietante scoiattola nana che, dopo aver partorito una decina di scoiattolini nani ha deciso di suicidarsi buttandosi come impazzita dalla finestra, perchè la gabbia in cui l'avevo messa (una signora gabbia a due piani, che se avessi io una casa di quel genere non avrei bisogno d'altro per vivere) aveva la sbarre troppo larghe per le sue esigue dimensioni, quindi riusciva a saltellare fuori.
Poi ho pensato che, già che c'ero, potevo scrivere anche di quell'altro sogono che ho fatto qualche settimana fa, e che è stato presago di avvenimenti successi davvero: la casa di Alassio raggiunta da un'onda enorme, fin sul balcone, e noi che ci rintanavamo dentro e c'era pure qualcuno che mi baciava, ma io sapevo che quell'onda non era un segno positivo.
Ma alla fine mi sono messa a leggere quel blog, e non sono andata in piscina, e non ho ancora fatto la torta per domani e nemmeno ho finito di disegnare l'albero delle B.A., perchè mi ha presa tanto e troppo.
E tutta la sorpresa rimane e cresce;
e il brindisi al kitch e alla verità risuonano nelle orecchie;
e il fumo rosso che si mischiava alla nebbia vera di Torino mi raggela ancora i piedi (o sarà piuttosto che mia sorella è uscita sul balcone lasciando la porta aperta?).
E così scopro che è bello essere sorpresi e sapersi far sorprendere:
noi ormai troppo abituati alle emozioni preconfezionate, quelle che ci descrivono i romanzieri o le amiche;
quelle che puoi comprare al supermercato, dove tutte le facce che incontri ti sembrano uguali e pensi che davvero un acquisto valga l'altro e che acquisti quello di cui hai bisogno proprio quando ti serve.
Ma non è così, almeno credo!